“L’eccellenza? Si raggiunge remando insieme.” Varese News intervista Alessandra Caraffini

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Cosa succede quando la filosofia dello sport entra in azienda?

“Non basta il talento per arrivare sul podio. Alessandra Caraffini, responsabile delle Risorse Umane della Ilma Plastica di Gavirate, da ex atleta della nazionale di canottaggio, questo lo sa bene. E sa anche che dietro a una medaglia d’oro ci sono impegno e sacrifici ma anche condivisione, lavoro di squadra e un qualcosa che in gergo viene chiamato il “flow“, lo stato di grazia degli sportivi.

L’ultima medaglia che Alessandra ha ritirato a prima vista potrebbe sembrare di tutt’altro genere, in realtà alla base c’è proprio tutta quella consapevolezza.

L’azienda di Gavirate, insieme a Spi srl, la società di servizi alle imprese dell’Unione Industriali di Varese, ha ricevuto il primo premio Adriano Olivetti nella categoria “Crescere innovare competere”assegnato dall’Aif (Associazione italiana formatori). Il riconoscimento, intitolato all’imprenditore che ha fatto della bellezza, nel senso più vasto del termine, nel luogo di lavoro la leva della sua rivoluzione è stato consegnato a Firenze a inizio dicembre.

Tra le finalità dell’iniziativa c’è proprio la valorizzazione dei percorsi più attenti al benessere dei lavoratori che, dove raggiunto, può restituire grande valore alla collettività.

Dai tempi di Olivetti però molto è cambiato, compreso il significato stesso di “benessere” eppure la lezione dell’imprenditore di Ivrea resta attuale: «Nelle aziende quando il benessere del singolo si unisce a quello collettivo si gettano le basi per raggiungere l’eccellenza – commenta Caraffini -. Lo abbiamo capito e abbiamo cercato di garantire a ognuno la possibilità di lavorare nelle migliori condizioni. Un po’ come avviene nello sport. Ed è proprio con questa filosofia che abbiamo ridisegnato le attività all’interno dell’azienda».

Il percorso che l’Aif ha premiato è stato elaborato in collaborazione con la docente universitaria, psicologa dello sport e delle organizzazioni Marisa Muzio in cui è stato traslato il modello sportivo all’engagement aziendale: «Abbiamo cercato di interpretare il concetto di flow – prosegue Caraffini – ossia quel particolare momento dell’atleta in cui tutto funziona alla perfezione, e di tradurlo in un modello da applicare all’azienda. Questo implica la valorizzazione dei punti di forza di ognuno ma ancora prima l’autoanalisi per capire come far eccellere le persone e come farli sentire parte di una squadra. Così come nelle gare un solo campione non basta per vincere così in azienda i talenti se sono isolati servono a poco».

Alla Ilma hanno compreso che la metafora dello sport poteva funzionare e dare risultati tangibili: «Non esiste parametro per quantificare il miglioramento ma è evidente che lavorare in un contesto positivo e bello può restituire molto. I primi a seguire questa nuova filosofia sono stati i dirigenti e, a cascata, le novità sono state trasmesse a tutti i livelli».

Ma cosa significa in concreto oggi creare le condizioni ottimali per lavorare? «La risposta comprende molte variabili. Ogni persona dà il meglio di sé in condizioni diverse. Per esempio, c’è chi preferisce lavorare conoscendo gli obiettivi da raggiungere e in questo caso la modalità di approccio al lavoro è fondamentale. Ma c’è anche altro. È importante che le persone siano serene e stiano bene anche fisicamente. Qui i lavoratori hanno la possibilità di praticare sport con i gruppi sportivi dell’azienda, di seguire un’alimentazione sana e di trovare anche un supporto per chi vuole smettere di fumare».

Tutto ciò significa preoccuparsi delle persone ed è dimostrato che è efficace e crea valore e non solo per la singola impresa. Anche rimettersi in discussione per affrontare il cambiamento non è semplice ma le aziende che lo hanno fatto, nella maggior parte dei casi, sono quelle che oggi possono guardare al futuro con più serenità. In una recente intervista il presidente di Spi, Elvio Mauri, ha paragonato i giovani in azienda «a una ventata di aria fresca che non può che fare bene». «È così – conclude Caraffini -. La nostra azienda è in un momento di grande cambiamento e anche di rinnovamento. L’esperienza che un lavoratore può tramandare significa molto per chi si inserisce nel mondo del lavoro ma allo stesso tempo per l’azienda avere occhi nuovi al suo interno significa aprirsi, ed è così che nasce l’innovazione».

 

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